Cinque miti sugli investimenti sfatati
Pubblicato il 21.05.2022 CEST
Mito n. 1: I contanti sono sicuri
In realtà, accumulare denaro implica una svalutazione dovuta all’inflazione. Si può comprare molto meno per il proprio denaro.
Fonte: Vontobel 2022.
Ciò che prima si considerava “sicuro” oggi è diventato un “falso amico”. Perché?
Prima di investire in azioni, obbligazioni o qualsiasi altra classe di attivi, spesso si esita per un semplice motivo: “Potrei perdere soldi!”
Sì, vero. Investire denaro può implicare perdite.
Ma lo stesso accade oggi, giorno dopo giorno, se si accumula denaro per proteggere il proprio patrimonio. Anche se il saldo dell’estratto conto non cambia, il valore dei propri beni può diminuire costantemente.
Durante un periodo di allentamento monetario, il potere d’acquisto del contante è crollato.
Rifugio 1: Svalutazione del contante in valuta locale vs. inflazione locale

▬ USA ▬ Zona Euro ▬ United Kingdom ▬ Svizzera
Fonte: Bloomberg; contante meno inflazione su base mensile (CPI tutte le voci).
I risultati ottenuti nel passato non sono un indicatore affidabile dei risultati attuali o futuri.
Così come il contante, anche le obbligazioni di Stato, che in precedenza rappresentavano un “porto sicuro”, hanno perso potere d’acquisto nell’ultimo decennio.
Rifugio 2: Svalutazione delle obbligazioni di Stato a breve termine in valuta locale rispetto all’inflazione locale

▬ USA ▬ Zona Euro ▬ United Kingdom ▬ Svizzera
Fonte: Bloomberg; obbligazioni di Stato 1–3 anni, meno inflazione su base mensile (CPI tutte le voci).
I risultati ottenuti nel passato non sono un indicatore affidabile dei risultati attuali o futuri.
Mito n. 2: Si deve attendere il momento giusto per investire
In realtà, gli effetti dell’interesse composto possono fare la differenza per gli investimenti
Fonte: Vontobel 2022; solo a scopo illustrativo.
Quattro modi di investire 100 USD in vent’anni: Gli investitori che entrano con l’intero importo sul mercato ottengono migliori effetti composti a lungo termine rispetto agli investitori che scaglionano lo stesso importo nel tempo. Illustrazione basata su un rendimento stimato del 10% annuo.
L’investimento immediato spesso ripaga. Perché?
La maggior parte degli investitori ha una visione chiara quando si tratta di entrare nel mercato o di reinvestire le proprie posizioni liquide: aspettare che i mercati raggiungano un minimo favorevole.
Ma cosa significa in pratica “minimo favorevole”? Il prezzo più basso nel corso della giornata? Il valore più basso dopo un sell-off di mercato in una regione? Una crisi globale o un crollo di mercati?
In realtà, entrare nel mercato scaglionando cautamente gli investimenti può influenzare la performance più di un eventuale timing “sbagliato” all’inizio, ad esempio entrando nel mercato in un momento di picco.
“Storicamente, l’investimento immediato è quello che ha dato i migliori frutti.”
Entrare nel mercato scagliando cautamente gli investimenti può influenzare la performance più di un eventuale timing “sbagliato” all’inizio, ad esempio entrando nel mercato in un momento di picco.

Fonte: Vontobel. Rendimenti dell’indice S&P 500 dal 01.02.1990 al 31.01.2023, rendimenti totali giornalieri (compresi i dividendi), lordi.
Nota: I risultati ottenuti nel passato non sono un indicatore affidabile dei risultati attuali o futuri.

Fonte: Vontobel. Rendimenti dell’indice S&P 500 dal 01.02.1990 al 31.01.2023, rendimenti totali giornalieri (compresi i dividendi), lordi.
Nota: I risultati ottenuti nel passato non sono un indicatore affidabile dei risultati attuali o futuri.
Mito n. 3: Il timing è l’unica fonte di rendimento
Cosa mostra la storia agli investitori?
L’investitore medio non raggiunge l’obiettivo di preservare efficacemente il proprio patrimonio.
Fonte: Inflazione basata sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) degli Stati Uniti; investitore medio rappresentato dal rendimento medio dell’investitore dell’asset allocation di Dalbar, che utilizza il netto delle vendite, dei rimborsi e degli scambi medi di fondi comuni di investimento ogni mese (“Investing & Emotions”, BlackRock Investment Insight 2016).
Niente paura: le fasi rialziste hanno resistenza, le fasi ribassiste no
Fonte: Vontobel 2022.
Ciò che conta nel mercato ribassista è la prospettiva
Sebbene gli investitori tendano a ricordare molto più vividamente un mercato ribassista, in passato sono stati pochi i periodi di trading che si sono rivelati tali. Il grafico confronta il numero di giorni di mercato ribassista con il numero di giorni di mercato rialzista per evento, sommati come media degli anni.
A lungo termine, il segreto dell’investitore è la perseveranza
Uno sguardo ai rendimenti totali delle azioni globali tra il 1999 e il 2022 mostra l’origine della “paura di essere esclusi” (FOMO, o Fear of missing out) e conferma che rimanere investiti può essere un antidoto efficace.
Fonte: Bloomberg, sulla base dell’indice MSCI ACWI dal 01.01.1999 al 31.12.2022, rendimenti totali giornalieri (compresi i dividendi), lordi.
Nota: I risultati ottenuti nel passato non sono un indicatore affidabile dei risultati attuali o futuri.
Un orizzonte temporale più lungo riduce il rischio di investimento. Perché?
“Compra quando la valutazione è bassa, vendi quando le azioni sono al massimo”. Questa raccomandazione si tramanda più o meno immutata di generazione in generazione.
Purtroppo, il picco viene raramente rilevato prima che venga raggiunto, ma appare chiaramente solo quando si inizia a scendere. Lo stesso vale quando il mercato si trova potenzialmente a un minimo e si cerca di pianificare il rientro. Per quanto possano essere difficili da prevedere, quei giorni sono quelli che fanno davvero la differenza.
Come sfruttare questo potenziale e al contempo assicurarsi di non perdere i giorni migliori?
Osservando i massimi drawdown intra-annuali dal famigerato crollo del 1928, si scopre che di solito i drawdown vengono recuperati, almeno in parte, entro la fine dell’anno.
Perché non è il caso di temere eccessivamente i drawdown (in dettaglio):

▬ Rendimento S&P 500 ▬ Drawdow intra-annuale
Fonte: S&P 500 Index dal 1928 al 2022, rendimenti totali giornalieri (compresi i dividendi), lordi.
Nota: I risultati ottenuti nel passato non sono un indicatore affidabile dei risultati attuali o futuri.
Mito n. 4: La diversificazione fornisce sicurezza, non rendimenti
Performance di un portafoglio bilanciato dal 1900
Un portafoglio bilanciato è positivo nel 97% dei casi in qualsiasi periodo di 5 anni sull’arco di 122 anni.
122 anni di performance del portafoglio:
Fonte: Bloomberg, Global Financial Data dei rendimenti dell'indice S&P 500 e delle obbligazioni governative USA dal 1900 al 2022, rendimenti totali annuali (compresi i dividendi), lordi. Nota: I dati storici non garantiscono lo stesso andamento degli eventi in futuro. Non applicabile a tutte le regioni e/o a tutti gli stili di investimento.
Ipotizziamo un portafoglio bilanciato con il 45% di azioni e il 55% di titoli di Stato. Generalmente, gli investitori tendono a preferire un periodo di investimento di cinque anni.
Ora, facciamo due conti: Nel 97% dei casi, un portafoglio bilanciato con un orizzonte temporale di cinque anni o più in un dato periodo finisce in territorio positivo.
Una strategia d’investimento bilanciata a lungo termine rappresenta una solida base. Perché?
Per gli investitori speculativi, la diversificazione appare come un’opzione piuttosto difensiva. Eppure i professionisti sanno bene che la diversificazione può invece rappresentare fonti di rendimento alfa.
Come?
Un portafoglio bilanciato combina i rendimenti delle azioni e la stabilità delle obbligazioni con rendimenti più elevati.
“Gli investitori devono spesso prendere dei rischi per raggiungere i loro obiettivi di investimento, ma le singole classi di attivi non conseguono performance ogni anno.”
Per un investitore a lungo termine, assumere rischi in modo intelligente può aumentare il successo dei propri investimenti. In un contesto multi-asset, è necessario assumere rischi nelle classi di attivi a più alto rendimento. Queste, però, non danno risultati di anno in anno: ecco perché la diversificazione è uno strumento pratico a portata di mano.
Rendimenti annuali delle principali classi di asset (in %, USD)

▬ Materie prime ▬ Contanti ▬ Oro ▬ Hedge funds ▬ Titoli di Stato globali ▬ Obbligazioni societarie
▬ Azioni globali ▬ Immobiliare globale
Fonte: Vontobel 2022. Indici utilizzati per tracciare le classi di attivi: contanti (USD) SBWMUD1U, titoli di Stato globali (USD) LGAGTRUH, obbligazioni societarie investment grade (USD) LGCPTRUH, azioni AC (USD) NDUEACWF, oro (USD) GOLDLNPM, materie prime (USD) BCOMF3T, immobiliare globale (USD) MXWO0RE, hedge funds (USD) HFRXGL.
Nota: I risultati ottenuti nel passato non sono un indicatore affidabile dei risultati attuali o futuri. I dati sulla performance non tengono conto delle commissioni e dei costi addebitati al momento dell'emissione e del rimborso delle azioni del fondo, ove applicabili. Il rendimento del fondo può diminuire o aumentare a causa delle variazioni dei tassi di cambio tra le valute.
Mito n. 5: La gestione passiva è sempre la scelta migliore
Rendimenti di un fondo a gestione attiva rispetto a un indice
Fonte: Bloomberg; rendimenti netti di Vontobel Fund mtx Sustainable Emerging Markets Leaders A (VGREMEI LX Equity) rispetto all’indice MSCI Emerging Markets (MXEF) dal 16.07.2011, data di lancio del fondo, al 31.12.2021.
Nota: Non tutti i fondi a gestione attiva riescono a battere un prodotto passivo comparabile basato su un indice. Secondo il Barometro europeo dei fondi attivi/passivi 2021 di Morningstar, i tassi di successo dei fondi attivi nei dieci anni fino a giugno 2021 sono stati inferiori al 25% in quasi due terzi delle categorie analizzate. I risultati ottenuti nel passato non sono un indicatore affidabile dei risultati attuali o futuri. I dati sulla performance non tengono conto delle commissioni e dei costi addebitati al momento dell’emissione e del rimborso delle azioni del fondo, ove applicabili. Il rendimento del fondo può diminuire o aumentare a causa delle variazioni dei tassi di cambio tra le valute.
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Pubblicato il 21.05.2022 CEST