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Insights

Intelligenza artificiale: l’Investment Case sull’hype

Technology

Pubblicato il 17.05.2023 CEST

Intelligenza artificiale (IA): da mesi tema numero uno non solo nel settore tecnologico. In poche settimane applicazioni come ChatGPT hanno fatto registrare numeri di utenti da record. Anche se secondo alcuni la loro popolarità è un'esagerazione, una cosa è certa: per l’industria e altri settori economici il potenziale dell’IA è notevole. Per gli investitori questo è un buon momento per dare un’occhiata oltre i titoli sensazionalistici per scoprire quali opportunità d’investimento offre il mondo dell’IA.

 

 

Petter Stengard, Head of AI Vescor, ci spiega quali opportunità offre l'intelligenza artificiale agli investitori.

 

Nelle settimane e mesi scorsi, i dirigenti di diversi settori hanno evidenziato, in occasione della presentazione degli ultimi risultati, il potenziale dell’IA, prospettando la possibilità di ingenti investimenti. Ma al dibattito partecipano anche voci critiche: un gruppo di esperti – tra cui anche personaggi famosi come Elon Musk (fondatore di Tesla), Steve Wozniak (fondatore di Apple) e ingegneri leader nel settore di Amazon, Google, Meta e Microsoft – ha invocato con una lettera aperta una pausa di sei mesi nello sviluppo di IA particolarmente performante. Ma: cos’è in realtà l’IA?



Enorme richiesta per «ChatGPT»

Periodo intercorso affinché popolari servizi online raggiungessero la soglia di un milione di utenti

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Fonte: Vontobel 2023, elaborazione propria, basata su dati di Business Insider e LinkedIn, aggregati tramite Statista



Cos’è l’intelligenza artificiale?

Detto con parole semplici, l’IA è costituita da computer che replicano l’intelligenza umana, talvolta in combinazione con altre macchine. I suoi algoritmi possono basarsi su modelli statistici e reti neurali artificiali e ad esempio svolgere compiti nell’ambito dei processi decisionali e di risoluzione di problemi. L’IA svolge un ruolo di notevole importanza anche nell’elaborazione di grandi quantità di dati. 

Da qualche tempo la tecnologia dell’IA viene impiegata nei motori di ricerca di Internet per affinare i risultati della ricerca (Google). Inoltre l’IA favorisce il successo commerciale di molte piattaforme e network (Amazon, Facebook) presentando pubblicità sempre più personalizzate e mirate. Il riconoscimento linguistico e quello facciale possono migliorare l'esperienza dell'utilizzatore e svolgono una funzione di un certo rilievo anche nella sicurezza IT (Apple). Da ultimo ma non in termini di importanza, strumenti di traduzione linguistica sofisticati (DeepL) rendono da parecchio tempo più agevole il lavoro di molte persone che svolgono professioni intellettuali da ufficio.

 



L’ultima frontiera: IA generativa

Con l’implementazione pubblica di ChatGPT, è balzata in primo piano l’ultima frontiera dell’intelligenza artificiale: la cosiddetta IA generativa. Fino a poco tempo fa l’apprendimento automatico era per lo più limitato a modelli predittivi e all’osservazione di schemi. La particolarità dell’IA generativa consiste invece nella sua capacità di creare autonomamente un ampio spettro di nuovi contenuti identificando schemi nei dati a disposizione. Dati che possono essere ad esempio immagini, video, audio, testi e modelli 3D.

In tale contesto l’IA generativa è anche in grado di superare le barriere alla comunicazione tra uomo e macchina. Tramite l’immissione di testi, come si fa con i chatbot, ChatGPT consente agli utenti di acquisire informazioni linguisticamente rielaborate. Il programma è in grado di redigere testi lunghi in stili diversi, scrivere codici informatici, spiegare concetti complessi, riassumere testi e fornire risposte a domande aneddotiche – tutti compiti che precedenti versioni di questo sistema non erano in grado di svolgere. È importante sapere anche che il programma continua a svilupparsi autonomamente. La ricchezza e la gamma dei dati con cui i sistemi algoritmici di questo genere sono stati e continuano a essere allenati, solleva la questione del come le aziende possono beneficiare dell’IA.   

 

  

Che potenziale ha l’IA per le aziende?

Anche se la comunicazione pubblica si concentra attualmente su alcuni programmi rinomati, sembra che già nel prossimo futuro si apriranno per l’IA sempre più campi di applicazione al di fuori del settore tecnologico. Un esempio: la sanità. In quest’ambito l’intelligenza dei computer potrebbe ad esempio trovare applicazione nella diagnostica, nella creazione di piani terapeutici personalizzati o nello sviluppo e nella sperimentazione di nuovi farmaci. Servizi di telemedicina nello stile dei chatbot potrebbero migliorare l’accesso alla consulenza medica. E l’IA potrebbe rendere più efficiente la gestione amministrativa con una più celere evasione delle cartelle cliniche.    

Nella produzione industriale, l’automazione consentita dalla robotica potrebbe fare grandi passi avanti, con una presenza sempre maggiore di macchine sia autonome che interagenti. Nel settore automobilistico e dei trasporti, la combinazione tra visione artificiale, analisi d’immagine e IA generativa è una precondizione della guida autonoma. Nel campo dell’istruzione, gli insegnanti possono disporre di più tempo per seguire gli allievi in modo individuale e personalizzato se l’IA svolge il compito di correzione delle prove d’esame. 

La crescente diffusione dell’IA include anche una dimensione geopolitica.

 

  

L’IA come punto di svolta nell’«onshoring»

Gli argomenti a favore di una produzione onshore e nearshore – che definiamo come  tendenze alla slowbalization – hanno acquistato rilievo per molte aziende soprattutto negli anni della pandemia. Le tensioni geopolitiche tra Occidente e Cina sono aumentate e la necessità di attivarsi in relazione a questioni climatiche e ambientali è più urgente che mai. A ciò si aggiunga la guerra in Ucraina. Il sovrapporsi di queste crisi ha reso dolorosamente evidenti gli svantaggi di catene di fornitura internazionali lunghe.  

Ciò che finora in un contesto politico stabile ha sconsigliato di optare per un onshoring accentuato erano i costi. Sebbene le retribuzioni in Asia e in particolar modo in Cina siano in crescita, i costi complessivi della produzione in quelle aree restano inferiori a quelli della produzione in Occidente. Finora non valeva quindi la pena di decidere degli spostamenti. Ma qui l’IA potrebbe cambiare le cose. Se i costi di implementazione e manutenzione delle applicazioni IA nell’automazione scendono, le aziende potrebbero essere disposte a procedere a queste rilocalizzazioni.

  

Tre gruppi di imprese fortemente influenzati

Abbiamo identificato tre gruppi di imprese che potrebbero permettere l’utilizzo dell’IA o beneficiare sensibilmente del suo impiego.

Il primo gruppo è quello delle aziende «core enabler», vale a dire necessarie per la diffusione dell’IA o che offrono servizi d’avanguardia in questo settore. Si annoverano tra queste i produttori di chip o di semiconduttori come Nvidia e anche i produttori di apparecchiature per le telecomunicazioni. Anche Microsoft in quanto «fornitore» di ChatGPT rientra in questo gruppo. 

Il secondo gruppo è quello dei «disruptor», che utilizzano l’IA per l’evoluzione di modelli aziendali convenzionali o per crearne di completamente nuovi. Un esempio è Amazon, che con l’aiuto dell’IA propone pubblicità personalizzata e con la sua piattaforma online perturba in misura sostanziale il commercio al dettaglio convenzionale (a questo fa riferimento il termine disruption). 

Il terzo gruppo è costituito da aziende che potrebbero beneficiare della diffusione dell’IA utilizzandola per sviluppare i propri prodotti principali o la propria attività principale (cosiddetta Core Business Leveraging AI). Si pensi ad esempio a Meta, società madre di Facebook, o all’azienda farmaceutica Moderna, che sviluppa i propri prodotti con l’aiuto dell’IA.

  

La rivoluzione è iniziata – e anche gli investimenti

Sia un gran numero di imprese che moltissimi investitori sembrano aver colto le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Conseguentemente gli investimenti in quel campo sono cresciuti notevolmente negli scorsi anni. Secondo l’istituto di ricerche di mercato e di consulenza IDC, le spese a livello mondiale per l’IA nel 2023 toccheranno probabilmente quota USD 154 miliardi, a fronte di USD 24 miliardi nel 2018. Stando a un rapporto Deloitte del 2021, c’è da attendersi per il 2030 un dato economico a livello mondiale di USD 13 mila miliardi. Accenture, un’altra società di consulenza, prevede per lo stesso anno un valore di USD 16 mila miliardi – a fronte di un aumento della produttività del 26 per cento e di un calo dei costi di produzione del 40 per cento.  

L’andamento attuale poggia quindi su vaste fondamenta e dovrebbe offrire agli investitori molte possibilità.  

Già oggi Vontobel ha pronte allettanti opzioni per partecipare all’affermazione dell’intelligenza artificiale, in singoli settori o anche lungo intere catene di creazione del valore. Contattate i nostri esperti per scoprire di più su queste opportunità d’investimento.

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