Trend azioni svizzere: cosa accomuna (e cosa divide) vincitori e vinti
Pubblicato il 13.10.2021 CEST
La primavera borsistica 2021 potrebbe essere uno di quegli eventi di cui molti investitori si ricorderanno. Ci aspetta ora un vero e proprio “autunno borsistico”? Strettamente connessa a queste considerazioni è la questione dei trend – a parte la pandemia – che hanno portato al rally.
Scoprite perché guardare ai trend non è determinante per tutte le azioni. E perché il mercato azionario svizzero riesce comunque ad assorbire bene molti trend.
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In un’epoca di quotazioni azionarie in fortissima crescita, molti investitori prima o poi si chiedono: Quanto può durare? Quand’è il momento giusto per decidere di non rimanere più dentro ma di uscire e portare a casa il guadagno?
Il quesito nasce non solo per via della crescente paura di essere in rotta di collisione con una fase di ribasso o il crollo, ma anche per la crescente necessità di distinguere i valori autentici e il potenziale nel lungo termine dall’attuale “trend verso l’alto”, di separare il grano dalla pula. L’auspicio è che più tale distinzione sarà precisa, più a lungo durerà il trend al rialzo. E gli investimenti per eventuali successive liquidazioni sarebbero meno esposti.
“La tecnologia non è tutta uguale e nemmeno i trend sono tutti uguali”
Una tecnica molto diffusa per orientarsi nel mare di opportunità e rischi è quella di attenersi ai trend principali. “La digitalizzazione stabilirà chi vince – e chi perde”, si sente dire. Oppure: “Le aziende farmaceutiche sono avvantaggiate per via del Covid”.
Nì, si deve replicare, anche se frasi come queste sono inflazionate. Infatti:
chi osserva i mercati solo basandosi sul trend, quindi con approccio “top-down”, rischia di non vedere il rovescio della medaglia.
Decisamente non tutti gli operatori del settore tecnologico (per restare in argomento) beneficiano in ugual misura della tanto decantata “quarta rivoluzione”. Al contrario. Se c’è una cosa che i “Big Five” della Silicon Valley ci insegnano è questa: non si tratta di sviluppare tecnologie scardinanti, ma di scardinare i mercati.
Osservazione “bottom-up”: le azioni svizzere sono valori sicuri?
In pratica è consigliabile, partendo dai trend, analizzare anche singoli titoli con approccio “bottom-up”. Gli analisti che seguono una società o un settore da anni o addirittura decenni sono in questo caso avvantaggiati. Infatti spesso hanno accesso diretto al management e alle persone con potere decisionale. Vontobel integra in modo mirato quest’approccio bottom-up, affidandosi a undici analisti interni che vantano cumulativamente oltre 200 anni di esperienza nella ricerca sul mercato azionario svizzero.
Questa conoscenza empirica, combinata a un’attività sistematica di ricerca, consente di identificare vincitori e sconfitti nell’ambito di singoli trend. A questo riguardo non conta solo il settore industriale cui un’azienda appartiene, ma anche le tecnologie e i modelli di business che stanno alla base dell’attività svolta, la coerenza con cui il management attua la propria strategia e l’efficacia con cui integra i criteri ESG. Il diavolo è spesso nei dettagli.
“I trend sviluppano forze di mercato che agiscono indipendentemente da singole società, ma che non le sfiorano mai senza lasciare traccia”.
Quattro esempi per un confronto “primus inter pares”
Il raffronto che segue mostra quanto i rendimenti complessivi (plusvalenza più dividendo) di singoli titoli appartenenti allo stesso settore già dopo cinque anni possono divergere. Il confronto fa riferimento a società svizzere in posizioni di mercato simili, per le quali sono state scelte in modo mirato una performance massima e una minima allo scopo di illustrare l’eventuale discrepanza.
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“Swissness” nel portafoglio
– o: il DNA di Davide vive in Golia
I risultati attuali della ricerca indicano che i titoli svizzeri hanno superato la crisi legata alla pandemia mediamente da bene a molto bene, salvo poche eccezioni come l’industria del turismo. Se però si riconduce questo dato al solo contesto di mercato degli ultimi mesi, si trascurano quattro fattori cruciali che possono aver reso le azioni svizzere più resistenti alle crisi.

“Swissness” – primo fattore: il franco svizzero, motore d’innovazione.
Il porto sicuro che il franco offre a molti investitori si rivela sempre più spesso essere una maledizione e una benedizione allo stesso tempo per le società svizzere d’esportazione.
Da decenni le aziende svizzere devono competere sul mercato globale con uno svantaggio valutario che rende difficoltose o addirittura impossibili a priori strategie di “price leadership”. Ciò le “relega” tendenzialmente al ruolo di leader nell’innovazione, che svolgono parzialmente nei mercati globali o in mercati di nicchia nel segmento delle small cap e mid cap, nei quali hanno costruito la loro leadership di mercato. Posizioni che in tempi di crisi hanno spesso dato prova di minor vulnerabilità.

“Swissness” – secondo fattore: i confini nazionali non sono i confini del successo.
Quello svizzero è un mercato piccolo. Conseguentemente il maggior potenziale di crescita quasi mai va cercato all’interno del Paese.
Questa necessità d’esportazione spinge le aziende svizzere a integrare in fretta nei propri prodotti, modelli di business e strategie informazioni acquisite in mercati esteri. Il che include, tra l’altro, la capacità di espandere la propria attività oltre i confini nazionali.

“Swissness” – terzo fattore: sulla legge svizzera si può fare affidamento.
I rapidi mutamenti non rientrano, storicamente, tra le peculiarità del federalismo svizzero.
Ciò si riflette per le imprese in un’elevata certezza del diritto. Le norme restano valide a lungo termine, i cambiamenti si possono pianificare e hanno minor probabilità di favorire o svantaggiare singoli concorrenti.

“Swissness”– quarto fattore: i fattori di localizzazione chiudono il cerchio.
La piazza economica svizzera gode a livello internazionale di un’eccellente reputazione, nonostante il livello relativamente elevato delle retribuzioni.
Le imprese che si insediano in Svizzera attribuiscono maggior peso al fatto di disporre di un mercato del lavoro più flessibile con forza lavoro molto qualificata e di dover sopportare un moderato carico fiscale. Ciò a sua volta favorisce la forza d’innovazione e in definitiva la possibilità di collocarsi in una forte posizione di mercato e mantenerla oltre le crisi.
Conclusione
Chi decide chi vince e chi perde sul mercato azionario svizzero traccia questo confine su un particolare palcoscenico del mercato mondiale. Trend come la trasformazione tecnologica globale o l’integrazione di criteri ESG possono trovare qui terreno fertile. Ma anche tendenze come quelle nel settore dei viaggi, che su altri mercati sviluppati destano preoccupazione, possono trovare in Svizzera una propria nicchia. Perciò vale la pena in ogni caso integrare l’approccio top-down con una prospettiva bottom-up.
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Pubblicato il 13.10.2021 CEST